lunedì 1 dicembre 2008

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ESTATE...TEMPO DI VACANZE






FUGA O PRESENZA A NOI STESSI?


La tanto attesa estate è qui con tutti i suoi sogni da realizzare, i desideri coltivati per mesi e che ora possono trovare una loro realizzazione nel vivere il proprio tempo di vacanza…proponiamo ai nostri lettori una riflessione su come vivere al meglio questo tempo affinché dia i suoi frutti e ci aiuti a ritrovare dentro di noi nuove energie di vita


Sta arrivando l’ormai sospirato tempo di vacanze e il caldo di questi giorni ci sta facendo gustare la bellezza e il calore del sole anche se per molti di noi, essendo ancora tempo di lavoro, questo caldo scoppiato, dopo tanti giorni di acqua, ci sembra davvero insopportabile. Quello che è certo, un po’ per tutti, è che questo tempo è verso la fine di un anno sociale che sta chiudendo i battenti ed è tempo di nuove partenze verso un nuovo anno che tra qualche mese ricomincerà con tutti i suoi ritmi e tempi di lavoro.
Quello estivo è un tempo di sosta, di attesa, di riposo…di “meditazione!” Si per molti è anche il tempo di meditazione…un ascoltarsi in profondità, un rientrare in se stessi e fare il punto della situazione sulla propria vita…dove sono e dove sto andando, che cosa sto cercando? Che cosa mi sta veramente a cuore? Che cosa dà senso alle mie giornate!...E’ insito nel cuore umano questo profondo anelito di ricerca di un “Bene” che va molto al di là rispetto a dove siamo. Alla fine di un impegnativo anno sociale, che ci ha visto coinvolti in ambiti diversi con ritmi spesso frenetici e intensi: lavorativo, familiare, sociale, parrocchiale e ben altro …c’è dentro di noi il bisogno di sosta, di fermarsi, di contattarsi, di stare con noi stessi, con Dio, con quelle realtà forse trascurate per motivi diversi, ma che fanno parte di quell’affascinante avventura della vita di cui sappiamo non potremmo mai rinunciare: i legami familiari, la bellezza dell’amicizia, la gioia di stare insieme, svagarsi, riposarsi e l’incontro con Colui che ci ha creati…

Ritrovare il nostro vero
centro interiore

Tutto ciò che viviamo e soprattutto il come viviamo le nostre giornate…. che ne siamo consapevoli o no, che vogliamo ammetterlo o no, fatto sta che tutto viene registrato nella mente, nel corpo, nello spirito, nella nostra anima…i sentimenti, le emozioni, le fatiche, le tensioni, ciò che abbiamo soddisfatto e ciò che abbiamo sofferto, ciò per cui abbiamo lottato e ciò per cui ci siamo arresi, ciò per cui abbiamo pianto e ciò per cui abbiamo avuto la gioia di sorridere, ciò che ci ha fatto disperare e ciò che ci ha invece rallegrato, momenti di crisi e momenti di soddisfazioni, tempi di stanchezza e tempi di energia vitale…nel lavoro, nelle nostre piccole grandi responsabilità quotidiane, nei rapporti familiari, in quell’affascinante, ma misterioso mondo relazionale che ci vede coinvolti tutti in prima linea, lì ci giochiamo il tutto di noi stessi…e spesso ne usciamo feriti, traditi, delusi, stanchi appunto…e allora che fare? Come rigenerarsi? Come ritrovare il nostro vero Sé, la nostra anima? Scrive Roberto Assagioli, psichiatra italiano (1888-1974) fondatore della psicosintesi (cfr.www.psicosintesi.it) che “rientrando in noi stessi scopriremo il nostro vero Centro, il nostro vero essere, la parte più intima di noi…” ma perché questo processo possa attuarsi c’è bisogno di “ossigenare” mente, cuore, spirito dandoci tempi, spazi, luoghi che sentiamo preziosi per il nostro cammino di crescita…sì perché la vita, nella sua essenza più vera, è un continuo processo di crescita a più livelli e di crescere non finiamo mai o non dovremmo mai finire…dovremmo tenere sveglio dentro di noi l’entusiasmo di andare sempre oltre rispetto a dove siamo arrivati…che dentro di noi e fuori di noi ci sono sempre dei nuovi orizzonti da vedere, da contemplare, da ammirare…chi di noi ha avuto la fortuna di intraprendere dei percorsi di crescita personali, andando in profondità ad esplorare le molteplicità che abitano nel cuore umano, ha potuto conoscere da vicino il variegato mondo che è racchiuso nel nostro cuore: valori a cui crediamo, bisogni che sentiamo, desideri, aspirazioni, sensazione, ma per chi crede c’è anche un profondo anelito all’incontro con Dio. Tutto ciò che percepiamo, sentiamo, intuiamo dentro al nostro cuore spesso, in situazioni di maggior stanchezza o di fragilità umana, si muove dentro di noi non in perfetta armonia…spesso ci sentiamo confusi, stanchi, ci percepiamo come un vulcano in eruzione dove tutto è mescolato e poco chiaro…avvertiamo così il bisogno di rimettere un po’ di armonia o almeno di provarci…arriva un momento in cui abbiamo chiaro che delle vacanze ne abbiamo bisogno che sono benefiche perché procurano riposo e permettono un cambio nel ritmo della vita.
Riporto qui parte di un articolo di Enzo Bianchi comparso sulla rivista ROGATE (Giugno/luglio 2007) che mi sembra a questo proposito interessante…scrive Enzo Bianchi: “Le vacanze possono essere un’occasione non solo di riposo fisico, ma di autentico miglioramento della qualità della vita intera nelle sue dimensioni psichiche, fisiche, interiori. Un detto di Arsenio può indicare le condizioni in cui una vacanza diventa un’occasione per accedere alla vita interiore, per riconfermare la valenza umana , per porre i preliminari a una vita spirituale cristiana. Si narra che Arsenio, nella sua ricerca di una vita di senso, pregava Dio con insistenza: ‹Mostrami, Signore, il cammino della salvezza›. Allora venne a lui una voce che diceva: Fuggi, taci, rappacificati!

Andare verso se stessi

“Fuggi”. Andare in vacanza significa allontanarsi da dove normalmente si vive: si parte, si fa un viaggio, si intraprende un cammino…lasciare il luogo abituale di vita è un atto importante se vissuto in modo consapevole: significa affermare che il luogo in cui si vive non basta, che desideriamo altri luoghi, che vogliamo uscire per approdare da un’altra parte. Ma fuggire dal luogo di vita significa anche lasciare il luogo abituale di lavoro, tutto ciò che normalmente ci riempie le giornate. Il lavoro è ben di più di ciò che ci occupa per qualche ora al giorno, fa parte dell’insieme della nostra vicenda umana. Oggi, poi, tutti sono occupati, tutti corrono, nessuno ha mai tempo, fino al punto che dire a uno che è molto occupato è fargli un complimento, è un modo per farlo sentire importante. Ma se finiamo per appiattirci sul lavoro che facciamo, che sarà di noi quando, giunta la vecchiaia, non avremo più la professione svolta a dirci chi siamo? Partire per le vacanze, allora, è anche affermare la capacità di prendere le distanze dal lavoro…
....Il “fuggi” , inoltre, può significare anche una presa di distanza rispetto a coloro con cui si vive o una novità nel modo in cui si sta insieme. Anche tra marito e moglie, tra genitori e figli sono necessari sia del silenzio

“Fa’ silenzio!” E’ il spazi di distanza, di al lontananza sia modi diversi di trascorrere insieme le giornate: è un’alterità preziosa per migliorare i rapporti, per porsi domande e formulare risposte sul significato e la qualità di legami e affetti che a volte rischiano di finire logorati dall’abitudine; è una presa di distanza che ci consente di verificare se questi rapporti sono rimasti liberanti, portatori di vita o se di essi non si sono innescate schiavitù attive o passive nei confronti degli altri…

La voce secondo consiglio…siamo inondati di parole, messaggi, suoni, rumori, in tutto l’arco della giornata e a volte anche di notte…tutti, comunque dicono di volere il silenzio anche se poi, faticosamente raggiunto, questo incute paura, desta angoscia, come se fosse vuoto, assenza. Ma ciò che percepiamo come dato negativo è che la funzione principale della parola, la comunicazione, è gravemente malata. Le nostre parole non sembrano più capaci di creare relazioni, di generare comunione: sembrano ormai non avere più peso quando addirittura sembrano cariche di violenza…ecco allora le vacanze come occasione di fare silenzio, di abitare il silenzio, di vivere il silenzio. Al mattino presto al mare come in montagna o in altri luoghi di villeggiatura è possibile trovare spazi solitari dove il silenzio non è solo possibile, ma aiutato dalla stessa natura…il silenzio ci insegna a parlare, ci aiuta a discernere il peso delle parole, porta a interrogarci su quanto abbiamo detto o sentito: nessun mutismo, ma quel silenzio che restituisce ai suoni di diventare rumori..che trasforma il sentito dire in ascolto, custodia delle nostre motivazioni più profonde, occasione di uscita dal vortice: con il silenzio possiamo scendere dalla giostra, smettere di ruotare senza mai aver in mano la direzione….

Pensare in grande


…E’ il terzo consiglio un invito a trovare la calma: Rappacificati! Rappacificarsi è esito del distacco e del silenzio, ma è anche un atteggiamento che va assunto consapevolmente, il riposo ha qui il suo significato primario di rinfrancarsi dalle fatiche, ma per essere autentico non può mai separarsi dal trovare la calma e la pace e dal cercare la riconciliazione: tra noi e la nostra vita, tra noi e i nostri enigmi, tra noi e gli altri….il riposo come occasione per esercitarsi al “pensare in grande”, all’amare contemplando l’amore di cui siamo oggetto e l’amore che può sbocciare dal nostro cuore. E’ un esigenza profonda che molti oggi cercano di colmare con tecniche di distensione e di rilassamento, coltivando l’autostima e l’amore di sé. Ma nessuna tecnica può riuscire là dove non si è capaci di trovare pace in se stessi, dove non si vuole faticare per discernere nel profondo del cuore cosa impedisce all’amore di sbocciare”…(Enzo Bianchi)

Buone vacanze!


Allora non ci resta altro che goderci fino in fondo le nostre attese vacanze, assaporare il gusto di esserci, godere di ciò siamo e di ciò che abbiamo tra le mani, di concederci ciò che nei mesi lavorativi non abbiamo potuto godere, di rappacificare la nostra anima, soprattutto lì dov’è ferita, delusa, stanca…ricucire quei rapporti un po’ trascurati, prendere consapevolezza dei nostri talenti, rafforzare quegli aspetti di noi che sentiamo più fragili, insomma recuperare energie di vita nel corpo, nello spirito, nella mente e ricominciare alla grande, carichi di entusiasmo, di vitalità, di fiducia, di nuove consapevolezze di ciò che siamo, di ciò che possiamo diventare, di ciò che ci è comunque possibile raggiungere nella vita al di là delle fatiche, dei nostri fallimenti, dei tentativi non riusciti…siamo sempre tentati di cadere, o basta davvero molto poco per farci cadere, ma ciò che conta nella vita è la nostra reale capacità di rialzarci, desiderare, di riprendere il cammino, voler uscire dai nostri contorcimenti, dalle nostre amarezze…attivare la nostra volontà non intesa come forza coercitiva o quel profondo senso del dovere che a volte ci soffoca, ma intesa come azione interiore dettata dal profondo desiderio di realizzare la nostra vita secondo quel meraviglioso progetto di Dio iscritto nei nostro cuori: “ Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza…vi dico questo perché la vostra gioia sia piena”…(cfr vangelo di Giovanni 10, 10 e Gv15,11 )
Le fatiche non mancano per nessuno, le crisi non risparmiano nessuno…anzi a volte sono necessarie per fare il salto di qualità…tutto ciò che abbiamo vissuto diventi oggi un’occasione di crescita…allora a tutti buone vacanze !!

a cura di
Orielda Tomasi

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